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Category Archives: Presente

Certi momenti meritano di restare.
E’ forse la leggerezza di essere solo, un poco libero, carico di dolore che viaggia nel corpo come una palla di fuoco impazzita perche’ il dolore e’ fluido, il dolore e’ sempre in movimento e non sparisce ma si muove e laddove e’ funzione dello spazio allora e’ necessario, benaugurante perche’ sapere di esserci e’ questione di confini, di steccati senza i quali si resta aria poco calda.
Il dolore no, il dolore dice esattamente dove sei e se ci sei e per questo in certi giorni, in certe sere, stagliandosi al tramonto, diviene compagno ed amico.
Il dolore e’ bussola, il dolore e’ tracciato e li’ e solo li’ scolpisce le impronte con fluidi ed avvolgenti ricordi, foto successive, rotonde e morbide e non c’e’ piu’ nessun distacco, nessuna frattura, nessuna perdita di peso, equilibrio totale, totale posizionamento nello spazio come non esistesse un altrove, come se il bisogno di esistere si riducesse ad un unico, superbo punto.
Caldo ma non importa, perche’ sudare e’ mescolarsi con l’oceano, rientrare nell’agognato bisogno d’appartenere, di appartenersi eppure uscire dal melodrammatico bisogno di non essere e farsi cosi’ riconoscere, sussurrare e ugualmente ascoltare seppur in lingua semplice e poco elegante.
Io vedo, io capisco ed ognuno comprende di far parte di una piccola cosa che vale il tempo di uno sguardo, di un respiro incrociato, del senso di appartenenza nell’evento irripetibile di condividere ossigeno e sabbia, di mescolare l’assenza di pensieri a formare un grande, immenso, soave tutto.
Cosi’ e’ stato, cosi’ voglio che sia, cosi’ deve rimanere e vivo per cio’ che doveva accadere e almeno per poco e’ accaduto.
Beauty I’d always missed
With these eyes before,
Just what the truth is
I can’t say anymore.

 

Impossibile stare fermi ma muoversi e’ equilibrio turbato, piccola stanza e fiamma sensibile ad ogni soffio e come tempesta agita e consuma, tracciato movimento e senza possibilita’ alcuna seguito, giudicato forse.
Sempre piu’ stanco osservo, manca spirito ironico, assente lodevole cinismo, ironia che non esce ed intrappolata spinge senza mordere, incapace persino di pizzicare e cosi’ si veste di tetro e polveroso velo, strappi e rattoppi.
Dubbio di bambino che in disparte piange affogando nel suo silenzio eppure un tempo era crescendo in esplosione, luce di notte da non scordare mai illuminata da lampioni candidi, plastica bianca, azzurra e rossa, carta che vola in vivente espressione di gioiose urla alle quali non porgo memoria, no non porgo memoria.
Manca passaggio, coma indotto e risveglio sorprendente ma non del tutto voluto, vuoto contemplare senza vero rifugio, parole poche, sorrisi meno, orologio alla mano, racconto parzialmente esatto ma sono secondi che fuggono, inesistente preghiera comunque sussurrata piano per non farsi scoprire, non farsi sentire, non sentire.
Conoscere e’ potere, ignorare e’ essenza, appartenenza totale in disgregata comunita’, come entrare in grande salone ed andarsene, andarsene immediatamente, senza un saluto, nemmeno uno sguardo, neppure un accenno, bassi
occhi per non dirsi umani, per non proclamare sconfitta di passione e volonta’.
Non rinuncio, non cedo, cosi’ si dice, perfetto piano funzionante, macchina migliore del suo costruttore e cosi’ deve apparire, senza obiezioni ed inganni, istruito a vedere lontano giusto, mai dentro, mai intorno e oramai non dubito nemmeno piu’, trappola intrappolata, genio capace d’esaudire desideri propri e niente altro.
Dove stia la verita’ ormai e’ indifferente, colore e’ sul volto, plastica ha bruciato epidermide oramai, pensieri di confine dentro a una terra che non e’ patria, non e’ mia.
Enter me gently
I break in the light
Cover my eyes
With the rags of my life
Was I dreaming?
Or did you say:
"The frontiers are falling
It’s time to be slipping away
Let’s slip away
Let’s slip away"